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Risultati della ricerca per: “Unione europea”

Sono state trovate 724 decisioni - pagina Pagina 39 di 73

1/6/2016 - Europea - Diritto dell'Unione europea - Corte di Giustizia dell'Unione Europea
L’art. 8, par. 1, lett. c), della decisione quadro 2002/584/GAI, relativa al mandato d’arresto europeo e alle procedure di consegna tra Stati membri, come modificata dalla decisione quadro 2009/299/GAI, deve essere interpretato nel senso che la nozione di «mandato d’arresto», di cui a tale disposizione, deve essere intesa come designante un mandato d’arresto nazionale distinto dal mandato d’arresto europeo. L’art. 8, par. 1, lett. c), della decisione quadro 2002/584, come modificata dalla decisione quadro 2009/299, deve essere interpretato nel senso che, quando un mandato d’arr...
Corte di giustizia dell’Unione europea, sez. II, C 241/15, Niculaie Aurel Bob Dogi, sent. del 1° giugno 2016

31/5/2016 - Europea - Diritto dell'Unione europea - Corte di Giustizia dell'Unione Europea
Il divieto posto ad una lavoratrice di fede musulmana di indossare un velo islamico sul luogo di lavoro non costituisce una discriminazione diretta fondata sulla religione ai sensi dell’art. 2, par. 2, lett. a), della direttiva 2000/78/CE, se tale divieto si fonda su una disposizione aziendale generale intesa a vietare sul posto di lavoro segni politici, filosofici e religiosi visibili, e non poggia su stereotipi o pregiudizi nei confronti di una o più religioni determinate oppure nei confronti di convinzioni religiose in generale. Detto divieto può tuttavia costituire una discriminazione ...
Conclusioni dell’Avvocato generale Juliane Kokott, C‑157/15, Samira Achbita c. G4S Secure Solutions NV, del 31 maggio 2016

27/5/2016 - Italiana - Penale - Cassazione
In tema di mandato d’arresto europeo, costituisce motivo di rifiuto di consegna del soggetto la circostanza che i reati per cui l’autorità richiedente intende procedere siano stati commessi in tutto o in parte in territorio italiano, senza che possa assumere nessuna incidenza la procedibilità dell’azione in Italia. Infatti, quel che rileva non è la prevenzione della possibile litispendenza, ma la presenza di giurisdizione italiana sul fatto reato, a prescindere dall’esistenza o dalla possibile introduzione di un procedimento penale nel territorio. Pertanto, deve essere rifiutata la ...
Corte di cassazione, sez. VI penale, sent. n. 22493 del 27 maggio 2016

13/5/2016 - Italiana - Amministrativo - TAR
È respinto il ricorso avverso la deliberazione della sottocommissione elettorale circondariale di Treviglio, con cui è stata negata l’ammissione della candidata, cittadina del Regno Unito e residente in Italia, alle elezioni amministrative. Infatti, ai candidati consigliere comunale cittadini UE, è richiesto, in aggiunta a tutta la documentazione richiesta per i cittadini italiani, una dichiarazione contenente l’indicazione della cittadinanza, dell’attuale residenza e dell’indirizzo nello Stato d'origine, nonché un attestato, in data non anteriore a 3 mesi, rilasciato dall'autorit...
Tar Lombardia, Brescia, sez. I, sent. n. 682 del 13 maggio 2016

14/4/2016 - Europea - Diritto dell'Unione europea - Corte di Giustizia dell'Unione Europea
L’art. 1, commi 3, 5 e 6, par. 1 della decisione quadro 2002/584/GAI relativa al mandato d’arresto europeo e alle procedure di consegna tra Stati membri, come modificata dalla decisione quadro del Consiglio 2009/299/GAI, deve essere interpretato nel senso che, in presenza di elementi obiettivi, affidabili, precisi e attuali nei confronti della persona oggetto del provvedimento, l’autorità giudiziaria dell’esecuzione deve verificare, in modo concreto e modo preciso, se ci sono ragioni per ritenere che la persona interessata da un m.a.e., emesso ai fini dell’esercizio di un’azione p...
CGUE, grande sez., C 404/15 e C 659/15, sent. del 4 aprile 2016

12/4/2016 - Europea - Diritto dell'Unione europea - Corte di Giustizia dell'Unione Europea
Una misura nazionale, come quella prevista dall’ordinamento danese, che subordina il ricongiungimento familiare tra un lavoratore turco residente legalmente nello Stato membro considerato e suo figlio minore alla condizione che quest’ultimo abbia instaurato o abbia la possibilità di instaurare con tale Stato membro un legame sufficiente a consentirgli un’integrazione riuscita, laddove il figlio in questione e l’altro genitore risiedono nello Stato di origine o in un altro Stato e la domanda di ricongiungimento familiare sia presentata dopo due anni dalla data in cui il genitore reside...
CGUE, grande sez., C 561/14, Caner Genc c. Integrationsministeriet, sent. del 12 aprile 2016

4/4/2016 - Italiana - Penale - Cassazione
Non può essere consegnata allo Stato straniero richiedente estradizione (nella specie, la Moldavia) la detenuta, madre convivente con la figlia di tre anni, se tale Paese non presenta adeguate garanzie a tutela del minore. Infatti, è parte del nostro ordinamento il principio generale volto ad assicurare la tutela dell’interesse del bambino, tanto che l’art. 18, lett. s), l. 22 aprile 2005, n. 69, in tema di mandato di arresto europeo, che di quel principio costituisce significativa estrinsecazione, prevede il divieto della consegna della madre con prole convivente di età inferiore ai tr...
Corte di cassazione, sez. VI penale, sent. n. 13440 del 4 aprile 2016

18/3/2016 - Italiana - Civile - Cassazione
In tema di giurisdizione sui provvedimenti “de potestate”, al fine di stabilire la competenza giurisdizionale di uno Stato occorre dare rilievo unicamente al criterio della residenza abituale del minore al momento della proposizione della domanda, intendendo come tale il luogo del concreto e continuativo svolgimento della vita personale e non quello risultante da un calcolo puramente aritmetico del vissuto. Per “residenza abituale” si intende una situazione di fatto, ovvero il luogo in cui il minore ha il centro dei propri legami affettivi, non solo parentali, derivanti dallo svolgersi...
Corte di cassazione, sez. un. civili, sent. n. 5418 del 18 marzo 2016

17/3/2016 - Europea - Diritto dell'Unione europea - Corte di Giustizia dell'Unione Europea
La direttiva 2004/38 riguarda, tra l’altro, le modalità di esercizio del diritto di libera circolazione e soggiorno nel territorio degli Stati membri da parte dei cittadini dell’Unione nonché le limitazioni dei suddetti diritti per motivi di ordine pubblico, di pubblica sicurezza o di sanità pubblica. Se è vero che la suddetta direttiva prevede un certo numero di norme che gli Stati membri devono rispettare per un’eventuale limitazione del diritto di soggiorno di un cittadino dell’Unione, essa non contiene, invece, disposizioni riguardanti le modalità che disciplinano le procedure...
CGUE, sez. I, C 161/15, Abdelhafid Bensada Benallal c. Belgio, sent. del 17 marzo 2016

17/3/2016 - Europea - Diritto dell'Unione europea - Corte di giustizia dell’Unione europea
L'art. 3, par. 3, del regolamento (UE) n 604/2013 (c.d. regolamento Dublino III) che stabilisce i criteri e i meccanismi di determinazione dello Stato membro competente per l’esame di una domanda di protezione internazionale presentata in uno degli Stati membri da un cittadino di un paese terzo o da un apolide, deve essere interpretato nel senso che il diritto di inviare un richiedente protezione internazionale in un paese terzo sicuro può essere esercitato da uno Stato membro anche dopo che quest’ultimo abbia dichiarato di essere competente, in applicazione del regolamento Dublino III e ...
CGUE, sez.IV, C 695/15, Shiraz Baig Mirza c. Bevándorlási és Állampolgársági Hivatal, sent. 17-03-16