Indice di recerca: Unione europea - Libera circolazione delle persone, protezione internazionale, immigrazione

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13/9/2016 - Europea - Diritto dell'Unione europea - Corte di Giustizia dell'Unione Europea
L’art. 21 TFUE e la direttiva 2004/38/CE, relativa al diritto dei cittadini dell’Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri, devono essere interpretati nel senso che essi ostano ad una normativa nazionale in forza della quale la concessione di un permesso di soggiorno viene automaticamente negata, per il solo motivo che egli ha precedenti penali, al cittadino di uno Stato terzo, genitore di un minore cittadino dell’Unione avente la cittadinanza di uno Stato membro diverso dallo Stato membro ospitante, che è a suo carico e con...
Corte di giustizia dell’Unione europea, grande sez., C 165/14, Alfredo Rendón Marín c. Administración del Estado, sent. del 13 settembre 2016

13/7/2016 - Europea - Diritto dell'Unione europea - Corte di Giustizia dell'Unione Europea
Una regola contenuta nel regolamento interno di un’impresa che vieti ai dipendenti di quest’ultima di indossare simboli o indumenti religiosi (nella specie, il velo islamico) in occasione dei contatti con i clienti costituisce una discriminazione diretta basata sulla religione o sulle convinzioni personali alla quale non sono applicabili né l’art. 4, par. 1, della direttiva 2000/78/CE, che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro, né alcun altra deroga al divieto di discriminazione diretta basata sulla religione o s...
Conclusioni dell’Avvocato generale Eleanor Sharpston, C‑188/15, Asma Bougnaoui e ADDH c. Micropole SA, del 13 luglio 2016

13/7/2016 - Europea - Diritto dell'Unione europea - Corte di Giustizia dell'Unione Europea
L’art. 45 TFUE dev’essere interpretato nel senso che esso osta a una normativa nazionale, come quella tedesca, per effetto della quale una persona in possesso dello status di pubblico dipendente in uno Stato membro, il cui rapporto di pubblico impiego sia cessato, su richiesta del medesimo, ai fini dell’assunzione di nuova attività lavorativa in un altro Stato membro, perda i diritti al trattamento pensionistico derivanti dal rapporto di pubblico impiego e sia assicurata retroattivamente in regime di assicurazione pensionistica obbligatoria, che attribuisce una pensione di vecchiaia in...
Corte di giustizia dell’Unione europea, sez. I, C 187/15, Joachim Pöpperl c. Land Nordrhein-Westfalen, sent. del 13 luglio 2016

30/6/2016 - Europea - Diritto dell'Unione europea - Corte di giustizia dell’Unione europea
L’art. 13, par. 2, co. 1, lett. c), della direttiva 2004/38/CE, relativa al diritto dei cittadini Ue e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri, deve essere interpretato nel senso che un cittadino di uno Stato terzo, divorziato da un cittadino Ue, da cui ha subito atti di violenza domestica durante il matrimonio, non può beneficiare del mantenimento del diritto di soggiorno nello Stato membro ospitante in base a tale disposizione, qualora l’inizio del procedimento giudiziario di divorzio sia successivo alla partenza del coniuge cittadi...
Corte di giustizia dell’Unione europea, sez. I, C 115/15, Secretary of State for the Home Department c. NA, sent. del 30 giugno 2016

30/6/2016 - Italiana - Civile - Merito
È discriminatorio il comportamento dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli che ha estromesso i cittadini Ue dalla procedura di selezione per il profilo di operatore doganale. Infatti, il principio di libera circolazione dei lavoratori ex art 45 TFUE consente di limitare l’accesso al pubblico impiego ai cittadini italiani, unicamente quando il ruolo per cui è bandita la selezione implichi l’esercizio abituale, diretto o indiretto, di pubblici poteri e non quando tale esercizio rappresenti una parte molto ridotta delle attività svolte, come accade nel caso dell’operatore doganale.Tri...
Tribunale di Udine, sez. lavoro, ord. del 30 giugno 2016

7/6/2016 - Europea - Diritto dell'Unione europea - Corte di Giustizia dell'Unione Europea
L’art. 2, par. 1, e l’art. 3, punto 2, della direttiva 2008/115/CE, recante norme e procedure comuni applicabili negli Stati membri al rimpatrio di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare, devono essere interpretati nel senso che un cittadino di un paese terzo soggiorna in modo irregolare nel territorio di uno Stato membro ricadendo, pertanto, nell’ambito di applicazione di tale direttiva, quando, senza soddisfare le condizioni d’ingresso, di soggiorno o di residenza, transita in tale Stato membro in quanto passeggero di un autobus, proveniente da un altro Stato membro,...
Corte di giustizia dell’Unione europea, grande sez., C 47/15, Sélina Affum, c. Préfet du Pas-de-Calais, sent. del 7 giugno 2016

2/6/2016 - Europea - Diritto dell'Unione europea - Corte di Giustizia dell'Unione Europea
È respinto il ricorso della Commissione europea per l’inadempimento dei Paesi Bassi, in relazione alla tariffa agevolata sui mezzi di trasporto concessa ai soli studenti olandesi iscritti nei Paesi Bassi presso un istituto di istruzione pubblico o privato e agli studenti provenienti da altri Stati Ue che sono economicamente attivi nei Paesi Bassi o vi hanno acquisito un diritto di soggiorno permanente. Si tratta infatti di «aiuti di mantenimento agli studi consistenti in borse di studio o prestiti per studenti», di cui all’art. 24, par. 2, della direttiva 2004/38, e pertanto il Regno de...
Corte di giustizia dell’Unione europea, sez. I, C 233/14, Commissione europea c. Paesi Bassi, sent. del 2 giugno 2016

2/6/2016 - Europea - Diritto dell'Unione europea - Corte di Giustizia dell'Unione Europea
L’art. 21 TFUE dev’essere interpretato nel senso che la p.a. di uno Stato membro non è tenuta a riconoscere il nome di un cittadino di tale Stato membro qualora questi possieda parimenti la cittadinanza di un altro Stato membro nel quale abbia acquisito tale nome da lui liberamente scelto e contenente vari elementi nobiliari, non ammessi dal diritto del primo Stato membro, laddove sia accertato, circostanza che spetta al giudice del rinvio verificare, che un siffatto diniego di riconoscimento risulta giustificato, in tale contesto, da motivi connessi all’ordine pubblico, essendo opport...
Corte di giustizia dell’Unione europea, sez. II, C 438/14, Nabiel Peter Bogendorff von Wolffersdorff c. Standesamt der Stadt Karlsruhe,sent. del 2 giugno 2016

31/5/2016 - Europea - Diritto dell'Unione europea - Corte di Giustizia dell'Unione Europea
Il divieto posto ad una lavoratrice di fede musulmana di indossare un velo islamico sul luogo di lavoro non costituisce una discriminazione diretta fondata sulla religione ai sensi dell’art. 2, par. 2, lett. a), della direttiva 2000/78/CE, se tale divieto si fonda su una disposizione aziendale generale intesa a vietare sul posto di lavoro segni politici, filosofici e religiosi visibili, e non poggia su stereotipi o pregiudizi nei confronti di una o più religioni determinate oppure nei confronti di convinzioni religiose in generale. Detto divieto può tuttavia costituire una discriminazione ...
Conclusioni dell’Avvocato generale Juliane Kokott, C‑157/15, Samira Achbita c. G4S Secure Solutions NV, del 31 maggio 2016

13/5/2016 - Italiana - Amministrativo - TAR
È respinto il ricorso avverso la deliberazione della sottocommissione elettorale circondariale di Treviglio, con cui è stata negata l’ammissione della candidata, cittadina del Regno Unito e residente in Italia, alle elezioni amministrative. Infatti, ai candidati consigliere comunale cittadini UE, è richiesto, in aggiunta a tutta la documentazione richiesta per i cittadini italiani, una dichiarazione contenente l’indicazione della cittadinanza, dell’attuale residenza e dell’indirizzo nello Stato d'origine, nonché un attestato, in data non anteriore a 3 mesi, rilasciato dall'autoritÃ...
Tar Lombardia, Brescia, sez. I, sent. n. 682 del 13 maggio 2016