Indice di recerca: Unione europea - Libera circolazione delle persone, protezione internazionale, immigrazione

Sono state trovate 444 decisioni - Pagina 22 di 45

10/11/2016 - Europea - Diritto dell'Unione europea - Corte di Giustizia dell'Unione Europea
L’articolo 6, paragrafo 1, della direttiva 2000/78 (secondo cui gli Stati membri possono prevedere che le disparità di trattamento in ragione dell’età non costituiscano discriminazione) deve essere interpretato nel senso che non osta a un regime impositivo (nel caso di specie quello dei Paesi Bassi), che consente a chi non abbia ancora compiuto i 30 anni di dedurre integralmente, a determinate condizioni, le spese di formazione professionale dai redditi imponibili, mentre tale diritto alla deduzione è limitato (comunque a Euro 15.000) per chi abbia già raggiunto tale età, qualora, da ...
Corte di giustizia dell’Unione europea, sez. sesta, 10 novembre 2016, C‑548/15

27/10/2016 - Europea - Diritto dell'Unione europea - Corte di Giustizia dell'Unione Europea
L’articolo 94, paragrafi 1 e 2, del regolamento (CEE) n. 1408/71 del Consiglio, del 14 giugno 1971, relativo all’applicazione dei regimi di sicurezza sociale ai lavoratori subordinati, ai lavoratori autonomi e ai loro familiari che si spostano all’interno della Comunità, nella versione modificata e aggiornata dal regolamento (CE) n. 118/97 del Consiglio, del 2 dicembre 1996, come modificato dal regolamento (CE) n. 647/2005 del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 13 aprile 2005, deve essere interpretato nel senso che non osta ad una normativa di uno Stato membro che non prende in con...
Corte di giustizia dell’Unione europea, sez. I, 27 ottobre 2016, n. 465/14

20/10/2016 - Europea - Diritto dell'Unione europea - Corte di Giustizia dell'Unione Europea
In mancanza di norme dell’Unione riguardanti le modalità di presentazione e di esame di una domanda di protezione sussidiaria, spetta all’ordinamento giuridico interno dello Stato membro (nel caso di specie l’Irlanda) disciplinare tali modalità, garantendo che non siano meno favorevoli di quelle che disciplinano situazioni analoghe assoggettate al diritto interno (principio di equivalenza) e non rendano in pratica impossibile o eccessivamente difficile l’esercizio dei diritti riconosciuti dall’Unione (principio di effettività). Il principio di effettività, in particolare, contras...
Corte di giustizia dell’Unione europea, 20 ottobre 2016, n. C‑554/14

29/9/2016 - Italiana - Civile - Cassazione
Legittima la revoca del permesso di soggiorno per famiglia dello straniero coniuge di cittadina italiana ove la valutazione della pericolosità sociale sia svolta alla luce dei criteri indicati nell’art. 20 del d.lgs n. 30/2007, potendo, di conseguenza, essere desunta anche dalla commissione di reati che possono colpire o mettere in pericolo l’integrità fisica (come, ad es., la rapina). La valutazione deve, tuttavia, essere svolta in concreto alla luce del profilo complessivo della condotta del richiedente, mediante un esame della tipologia e dell’entità delle condotte delittuose, dell...
Corte di cassazione, sez. VI-1 civile, ord. n. 19337 del 29 settembre 2016

13/9/2016 - Europea - Diritto dell'Unione europea - Corte di Giustizia dell'Unione Europea
L’art. 21 TFUE e la direttiva 2004/38/CE, relativa al diritto dei cittadini dell’Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri, devono essere interpretati nel senso che essi ostano ad una normativa nazionale in forza della quale la concessione di un permesso di soggiorno viene automaticamente negata, per il solo motivo che egli ha precedenti penali, al cittadino di uno Stato terzo, genitore di un minore cittadino dell’Unione avente la cittadinanza di uno Stato membro diverso dallo Stato membro ospitante, che è a suo carico e con...
Corte di giustizia dell’Unione europea, grande sez., C 165/14, Alfredo Rendón Marín c. Administración del Estado, sent. del 13 settembre 2016

13/7/2016 - Europea - Diritto dell'Unione europea - Corte di Giustizia dell'Unione Europea
Una regola contenuta nel regolamento interno di un’impresa che vieti ai dipendenti di quest’ultima di indossare simboli o indumenti religiosi (nella specie, il velo islamico) in occasione dei contatti con i clienti costituisce una discriminazione diretta basata sulla religione o sulle convinzioni personali alla quale non sono applicabili né l’art. 4, par. 1, della direttiva 2000/78/CE, che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro, né alcun altra deroga al divieto di discriminazione diretta basata sulla religione o s...
Conclusioni dell’Avvocato generale Eleanor Sharpston, C‑188/15, Asma Bougnaoui e ADDH c. Micropole SA, del 13 luglio 2016

13/7/2016 - Europea - Diritto dell'Unione europea - Corte di Giustizia dell'Unione Europea
L’art. 45 TFUE dev’essere interpretato nel senso che esso osta a una normativa nazionale, come quella tedesca, per effetto della quale una persona in possesso dello status di pubblico dipendente in uno Stato membro, il cui rapporto di pubblico impiego sia cessato, su richiesta del medesimo, ai fini dell’assunzione di nuova attività lavorativa in un altro Stato membro, perda i diritti al trattamento pensionistico derivanti dal rapporto di pubblico impiego e sia assicurata retroattivamente in regime di assicurazione pensionistica obbligatoria, che attribuisce una pensione di vecchiaia in...
Corte di giustizia dell’Unione europea, sez. I, C 187/15, Joachim Pöpperl c. Land Nordrhein-Westfalen, sent. del 13 luglio 2016

30/6/2016 - Europea - Diritto dell'Unione europea - Corte di giustizia dell’Unione europea
L’art. 13, par. 2, co. 1, lett. c), della direttiva 2004/38/CE, relativa al diritto dei cittadini Ue e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri, deve essere interpretato nel senso che un cittadino di uno Stato terzo, divorziato da un cittadino Ue, da cui ha subito atti di violenza domestica durante il matrimonio, non può beneficiare del mantenimento del diritto di soggiorno nello Stato membro ospitante in base a tale disposizione, qualora l’inizio del procedimento giudiziario di divorzio sia successivo alla partenza del coniuge cittadi...
Corte di giustizia dell’Unione europea, sez. I, C 115/15, Secretary of State for the Home Department c. NA, sent. del 30 giugno 2016

30/6/2016 - Italiana - Civile - Merito
È discriminatorio il comportamento dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli che ha estromesso i cittadini Ue dalla procedura di selezione per il profilo di operatore doganale. Infatti, il principio di libera circolazione dei lavoratori ex art 45 TFUE consente di limitare l’accesso al pubblico impiego ai cittadini italiani, unicamente quando il ruolo per cui è bandita la selezione implichi l’esercizio abituale, diretto o indiretto, di pubblici poteri e non quando tale esercizio rappresenti una parte molto ridotta delle attività svolte, come accade nel caso dell’operatore doganale.Tri...
Tribunale di Udine, sez. lavoro, ord. del 30 giugno 2016

7/6/2016 - Europea - Diritto dell'Unione europea - Corte di Giustizia dell'Unione Europea
L’art. 2, par. 1, e l’art. 3, punto 2, della direttiva 2008/115/CE, recante norme e procedure comuni applicabili negli Stati membri al rimpatrio di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare, devono essere interpretati nel senso che un cittadino di un paese terzo soggiorna in modo irregolare nel territorio di uno Stato membro ricadendo, pertanto, nell’ambito di applicazione di tale direttiva, quando, senza soddisfare le condizioni d’ingresso, di soggiorno o di residenza, transita in tale Stato membro in quanto passeggero di un autobus, proveniente da un altro Stato membro,...
Corte di giustizia dell’Unione europea, grande sez., C 47/15, Sélina Affum, c. Préfet du Pas-de-Calais, sent. del 7 giugno 2016