Indice di recerca: Unione europea - Libera circolazione delle persone, protezione internazionale, immigrazione

Sono state trovate 450 decisioni - Pagina 22 di 45

7/3/2017 - Europea - Diritto dell'Unione europea - Corte di Giustizia dell'Unione Europea
L’articolo 1 del codice dei visti (regolamento (CE) n. 810/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 luglio 2009) deve essere interpretato nel senso che una domanda di visto con validità territoriale limitata presentata da un cittadino di un paese terzo per motivi umanitari, sulla base dell’articolo 25 del codice in parola, presso la rappresentanza dello Stato membro di destinazione situata nel territorio di un paese terzo, con l’intenzione di presentare, dal momento dell’arrivo in tale Stato membro, una domanda di protezione internazionale e, pertanto, di soggiornare in de...
Corte di giustizia dell’Unione europea, Grande sezione, 7 marzo 2017, C‑638/16

9/2/2017 - Europea - Diritto dell'Unione europea - Corte di Giustizia dell'Unione Europea
Il diritto di essere ascoltato, come applicabile nell’ambito della direttiva 2004/83/CE del Consiglio, del 29 aprile 2004, recante norme minime sull’attribuzione, a cittadini di paesi terzi o apolidi, della qualifica di rifugiato o di persona altrimenti bisognosa di protezione internazionale, nonché norme minime sul contenuto della protezione riconosciuta, non esige, in linea di principio, che, qualora una normativa nazionale, preveda due procedimenti distinti, uno successivo all’altro, per l’esame, rispettivamente, della domanda di riconoscimento dello status di rifugiato e della dom...
Corte giustizia dell’Unione europea, sez. III, 9 febbraio 2017, n. C‑560/14

31/1/2017 - Europea - Diritto dell'Unione europea - Corte di Giustizia dell'Unione Europea
L’articolo 12, paragrafo 2, lettera c), della direttiva 2004/83/CE del Consiglio, del 29 aprile 2004, recante norme minime sull’attribuzione, a cittadini di paesi terzi o apolidi, della qualifica di rifugiato o di persona altrimenti bisognosa di protezione internazionale, nonché norme minime sul contenuto della protezione riconosciuta, deve essere interpretato nel senso che, per poter ritenere che ricorra la causa di esclusione dallo status di rifugiato ivi prevista, non è necessario che il richiedente protezione internazionale sia stato condannato per uno dei reati terroristici di cui a...
Corte giustizia dell’Unione europea, Grande sez., 31 gennaio 2017, n. 573/14

15/12/2016 - Europea - Diritto dell'Unione europea - Corte di Giustizia dell'Unione Europea
Ai sensi degli articoli 45 TFUE e 7, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 492/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 aprile 2011, relativo alla libera circolazione dei lavoratori all’interno dell’Unione, deve intendersi per figlio di un lavoratore frontaliero che può beneficiare indirettamente dei vantaggi sociali di cui a quest’ultima disposizione, quali il finanziamento degli studi concesso da uno Stato membro ai figli dei lavoratori che esercitano o hanno esercitato la propria attività in tale Stato, non solo il figlio che ha un legame di filiazione con il lavoratore in ...
Corte di giustizia dell’Unione europea, sez. II, 15 dicembre 2016, C401

15/12/2016 - Europea - Diritti fondamentali - Corte europea dei diritti dell'uomo
Viola l’art. 5, paragrafo 1, 2 e 4 Conv. (in materia di diritto alla libertà e alla sicurezza), lo Stato che, in concreto e a dispetto della qualificazione del CSPA operata dal diritto interno, trattiene gli stranieri in centri nell’ambito dei quali si verifichi una vera e propria privazione della libertà personale (violazione art. 5, paragrafo 1 Conv.), senza ricevere un adeguata e sollecita informazione sui presupposti in fatto e in diritto della loro detenzione (violazione art. 5, paragrafo 2 Conv.), senza essere stati posti in condizione di contestare la legalità della loro detenzio...
Corte europea dei diritti dell’uomo, Grande Camera, caso Khlaifia e altri c. Italia (16483/12), 15 dicembre 2016

14/12/2016 - Europea - Diritto dell'Unione europea - Corte di Giustizia dell'Unione Europea
In tema di sussidi economici per il compimento di studi superiori, subordinare la concessione di una borsa di studio per il figlio di un frontaliero alla condizione che quest’ultimo abbia lavorato nel territorio nazionale per un periodo ininterrotto di cinque anni alla data della domanda di borsa di studio, viola il diritto dell’Unione. Infatti, il requisito di un periodo di lavoro ininterrotto di cinque anni, previsto dalla normativa del Lussemburgo, costituisce una discriminazione ingiustificata laddove non previsto per gli studenti che risiedono nel territorio lussemburghese. Una distin...
Corte di giustizia dell’Unione europea, sez. II, 14 dicembre 2016, n. 238/15

10/11/2016 - Europea - Diritto dell'Unione europea - Corte di Giustizia dell'Unione Europea
L’articolo 6, paragrafo 1, della direttiva 2000/78 (secondo cui gli Stati membri possono prevedere che le disparità di trattamento in ragione dell’età non costituiscano discriminazione) deve essere interpretato nel senso che non osta a un regime impositivo (nel caso di specie quello dei Paesi Bassi), che consente a chi non abbia ancora compiuto i 30 anni di dedurre integralmente, a determinate condizioni, le spese di formazione professionale dai redditi imponibili, mentre tale diritto alla deduzione è limitato (comunque a Euro 15.000) per chi abbia già raggiunto tale età, qualora, da ...
Corte di giustizia dell’Unione europea, sez. sesta, 10 novembre 2016, C‑548/15

27/10/2016 - Europea - Diritto dell'Unione europea - Corte di Giustizia dell'Unione Europea
L’articolo 94, paragrafi 1 e 2, del regolamento (CEE) n. 1408/71 del Consiglio, del 14 giugno 1971, relativo all’applicazione dei regimi di sicurezza sociale ai lavoratori subordinati, ai lavoratori autonomi e ai loro familiari che si spostano all’interno della Comunità, nella versione modificata e aggiornata dal regolamento (CE) n. 118/97 del Consiglio, del 2 dicembre 1996, come modificato dal regolamento (CE) n. 647/2005 del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 13 aprile 2005, deve essere interpretato nel senso che non osta ad una normativa di uno Stato membro che non prende in con...
Corte di giustizia dell’Unione europea, sez. I, 27 ottobre 2016, n. 465/14

20/10/2016 - Europea - Diritto dell'Unione europea - Corte di Giustizia dell'Unione Europea
In mancanza di norme dell’Unione riguardanti le modalità di presentazione e di esame di una domanda di protezione sussidiaria, spetta all’ordinamento giuridico interno dello Stato membro (nel caso di specie l’Irlanda) disciplinare tali modalità, garantendo che non siano meno favorevoli di quelle che disciplinano situazioni analoghe assoggettate al diritto interno (principio di equivalenza) e non rendano in pratica impossibile o eccessivamente difficile l’esercizio dei diritti riconosciuti dall’Unione (principio di effettività). Il principio di effettività, in particolare, contras...
Corte di giustizia dell’Unione europea, 20 ottobre 2016, n. C‑554/14

29/9/2016 - Italiana - Civile - Cassazione
Legittima la revoca del permesso di soggiorno per famiglia dello straniero coniuge di cittadina italiana ove la valutazione della pericolosità sociale sia svolta alla luce dei criteri indicati nell’art. 20 del d.lgs n. 30/2007, potendo, di conseguenza, essere desunta anche dalla commissione di reati che possono colpire o mettere in pericolo l’integrità fisica (come, ad es., la rapina). La valutazione deve, tuttavia, essere svolta in concreto alla luce del profilo complessivo della condotta del richiedente, mediante un esame della tipologia e dell’entità delle condotte delittuose, dell...
Corte di cassazione, sez. VI-1 civile, ord. n. 19337 del 29 settembre 2016