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Risultati della ricerca per: “Unione europea”

Sono state trovate 714 decisioni - pagina Pagina 17 di 72

24/3/2021 - Europea - Diritto dell'Unione europea - Corte di giustizia dell’Unione europea
La competenza giurisdizionale del giudice che deve pronunciarsi sulla responsabilità genitoriale va determinata in base alle Convenzioni internazionali e non ex art. 10 del regolamento “Bruxelles II bis” (reg. 2201/2003) qualora la residenza abituale del minore, a seguito di sottrazione internazionale, si sia radicata in uno Stato extra-UE. In mancanza di convenzioni internazionali applicabili, la competenza giurisdizionale deve essere determinata ex art. 14 del medesimo regolamento. [La fattispecie alla base del rinvio pregiudiziale riguarda una coppia di cittadini indiani genitori di un...
Corte di giustizia dell’Unione europea, sentenza 24 marzo 2021, causa C-603/20 PPU, MCP

17/3/2021 - Europea - Diritto dell'Unione europea - Corte di giustizia dell’Unione europea
La sentenza pronunciata da un giudice di uno Stato extra-UE non può costituire di per sé una decisione giudiziaria ex artt. 1, par. 1 e 8, par. 1 lett. c), decisione quadro 2002/584 ai fini dell’emissione di un mandato d’arresto europeo. Di contro, la decisione di un’autorità giudiziaria di uno Stato membro UE che riconosce o dà esecuzione alla sentenza di uno Stato terzo soddisfa i requisiti prescritti dalle disposizioni citate. Ne segue che un mandato d’arresto europeo può essere fondato sulla decisione di un giudice di uno Stato membro che, in attuazione di un accordo bilateral...
Corte di giustizia dell’Unione europea, sentenza 17 marzo 2021, causa C-488/19, Minister for Justice and Equality (Mandat d’arrêt - Condamnation dans un État tiers, membre de l’EEE)

11/3/2021 - Europea - Diritto dell'Unione europea - Corte di giustizia dell’Unione europea
L’art. 5, lett. a) della direttiva 2008/115 è una norma generale che gli Stati membri devono osservare non appena attuano la direttiva e, in particolare, quando adottano una decisione di rimpatrio. Tale disposizione, letta alla luce dell’art. 24 della Carta dei diritti fondamentali, implica che l’interesse superiore del minore deve essere tenuto in debita considerazione non solo quando tale decisione è adottata nei suoi confronti, ma anche quando il destinatario è padre di un minore regolarmente soggiornante nello Stato membro interessato. Corte di giustizia dell’Unione europea, X s...
Corte di giustizia dell’Unione europea, X sez., sentenza 11 marzo 2021, causa C-112/20, Stato belga

10/3/2021 - Europea - Diritto dell'Unione europea - Corte di Giustizia dell'Unione Europea
L’art. 21, par. 2 bis della CAAS, che prevede il diritto alla libera circolazione degli stranieri titolari di un visto per soggiorni di lunga durata in corso di validità, non implica alcun diritto o libertà che ricada nel principio di tutela giurisdizionale effettiva (art. 47 della Carta dei diritti fondamentali) in capo ai cittadini di Stati terzi ai quali tale visto sia stato negato e non impone alcun obbligo corrispondente agli Stati membri, poiché tale situazione esula dall’ambito applicativo della disposizione citata. Tuttavia, l’obbligo per gli Stati di prevedere mezzi di ricors...
Corte di giustizia dell’Unione europea, 10 marzo 2021, causa C-949/19, Konsul Rzeczypospolitej Polskiej w N.

4/3/2021 - Europea - Diritto dell'Unione europea - Corte di Giustizia dell'Unione Europea
L’art. 25, par. 1, della Convenzione di applicazione dell’Accordo di Schengen non impone il rigetto sistematico della richiesta di rilascio, rinnovo o proroga del permesso di soggiorno inoltrata da un cittadino di un Paese terzo oggetto di una segnalazione nel SIS, in quanto lo Stato richiesto, dopo aver consultato lo Stato che ha effettuato la segnalazione, conserva la possibilità di rilasciare il titolo «per motivi seri» e «in particolare», ma non esaustivamente per ragioni umanitarie o «in conseguenza di obblighi internazionali». Tra i «motivi seri» previsti dalla disposizione ...
Corte di giustizia dell’Unione europea, sentenza 4 marzo 2021, causa C-193/19, Migrationsverket

24/2/2021 - Europea - Diritto dell'Unione europea - Corte di giustizia dell’Unione europea
Uno Stato membro può sottoporre a trattenimento amministrativo un cittadino di un paese terzo, il cui soggiorno nel suo territorio è irregolare, al fine di procedere al trasferimento forzato di tale cittadino verso un altro Stato membro nel quale l’interessato gode dello status di rifugiato, qualora questo stesso cittadino si sia rifiutato di ottemperare all’ordine impartitogli di recarsi in tale altro Stato membro e non sia possibile adottare una decisione di rimpatrio nei suoi confronti.Corte di giustizia dell’Unione europea, 24 febbraio 2021, causa C-673/19, M e a. (Trasferimento v...
Corte di giustizia dell’Unione europea, 24 febbraio 2021, causa C-673/19, M e a. (Trasferimento verso uno Stato membro)

2/2/2021 - Italiana - Amministrativo - Consiglio di Stato
Al fine di conciliare il principio della libertà economica con l’interesse pubblico di garantire un livello di qualità adeguato nell’esercizio di determinate attività, in forza della disciplina nazionale e comunitaria lo straniero extra-UE che voglia esercitare in Italia una professione per cui è necessario un titolo professionale deve ottenere il riconoscimento di quello conseguito all’estero, attraverso una verifica della sua formazione ed eventualmente una prova attitudinale o un tirocinio di adattamento (cfr. artt. 49 e 50, d.p.r. n. 394/1999 nonché art. 2, co. 2, direttiva 2005...
Consiglio di Stato, sez. III, 2 febbraio 2021, n. 944

20/1/2021 - Europea - Diritto dell'Unione europea - Corte di Giustizia dell'Unione Europea
Tenuto conto simmetria stabilita dalla direttiva 2004/83 tra la concessione e la cessazione dello status di rifugiato, la nozione di “protezione” (del Paese di cittadinanza) rilevante per la perdita dello status (art. 11, par. 1, lett. e della direttiva) risponde ai medesimi requisiti che ne determinano il riconoscimento (v. in particolare art. 7, par. 1 e 2 della dir.). L’eventuale sostegno meramente economico e/o sociale garantito da privati, come famiglie o clan, non integra tali requisiti e, di conseguenza, non rileva per la valutazione in ordine all’effettività o alla disponibili...
Corte di giustizia dell’Unione europea, sentenza 20 gennaio 2021, causa C-255/19, Secretary of State for the Home Department

14/1/2021 - Europea - Diritto dell'Unione europea - Corte di Giustizia dell'Unione Europea
L’art. 6, par. 1 della “direttiva rimpatri” (dir. 2008/115/CE) in combinato con l’art. 5, lett. a) della stessa e con l’art. 24, par. 2 della Carta dei diritti fondamentali richiede che, prima di adottare una decisione di rimpatrio nei confronti di un minore non accompagnato, lo Stato membro interessato debba condurre una valutazione generale e approfondita della situazione di tale minore (avuto riguardo, ad es. all’età, al sesso, alla particolare vulnerabilità, allo stato di salute fisico e mentale, al collocamento in una famiglia di affidamento, al livello di scolarizzazione e ...
Corte di giustizia dell’Unione europea, sentenza 14 gennaio 2021, causa C-441/19, Staatssecretaris van Justitie en Veiligheid (Retour d’un mineur non accompagné)

14/1/2021 - Europea - Diritto dell'Unione europea - Corte di giustizia dell’Unione europea
Anche laddove la direttiva 2013/32/UE non si applichi in uno Stato membro [Irlanda] in forza del Protocollo 21, il giudice nazionale deve tenerne conto al fine di interpretare la direttiva 2013/33, applicabile in base allo stesso Protocollo, così da assicurarne l’uniforme interpretazione e applicazione in tutti gli Stati membri.Il ritardo nell’adozione della decisione di primo grado avente ad oggetto la domanda di protezione internazionale può essere addebitato al richiedente quando deriva dalla sua mancata cooperazione con le autorità competenti. Tale ritardo, invece, non è addebitabi...
Corte di giustizia dell’Unione europea, sentenza 14 gennaio 2021, cause riunite C-322/19 e C-385/19, KS e MHK contro The International Protection Appeals Tribunal e a. e R.A.T. e D.S. contro Minister for Justice and Equality