Con il maxiemendamento alla legge di conversione del decreto-legge semplificazioni (n. 76/2020) il Governo modifica sostanzialmente l’art. 26-bis del TUI.
Raffaele Miele
15 settembre 2020
Il 12 febbraio 2019 fu presentato in Senato il DDL (S1056) “Modifiche all'articolo 26-bis del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, in materia di ingresso e soggiorno per investitori”, primo firmatario Gabriele Lanzi (M5S).
La proposta dava atto del sostanziale fallimento della misura introdotta nel TUI (l’art. 26 bis) con la legge di Bilancio per il 2017, con l’obiettivo di invogliare gli investitori extra-UE anche attraverso una nuova politica dei visti. Il disegno di legge metteva in evidenza, appunto, l’inefficacia e la stessa incongruenza della norma che, pur mirando ad attrarre i cd. IDE (investimenti diretti esteri) e cioè gli investimenti effettuati da persone giuridiche estere nelle società italiane, in realtà si rivolgeva ad investitori persone fisiche, cioè soggetti che in genere muovono piccoli capitali, del tutto ininfluenti a potenziare le aziende bisognose di apporti finanziari di una certa entità. Non solo: l’introduzione nel TUI di una norma...
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