Accoglienza ed Integrazione. Il caso di Badolato.

Antonella Bevacqua
 
1. Introduzione. Badolato da “paese fantasma” a fulcro d’integrazione. In un’area marginale dell’estremo sud d’Italia si gioca un’importante scommessa di sviluppo socio-economico che vede negli immigrati il soggetto fondamentale della rinascita. Tutto comincia nell’anno 1997 con lo sbarco sulle coste joniche calabresi, nel litorale compreso tra i Comuni di Soverato e Badolato, di una nave di circa 800 profughi curdi. Oggi, a distanza di quasi dieci anni, quel progetto si realizza. Era la notte di Santo Stefano, poco prima delle ore ventitré, quando sulle coste calabresi si arena l’Ararat, il mercantile che porta 825 profughi extracomunitari, di cui almeno i due terzi sono curdi. Allora i Sindaci dei due comuni interessati, spinti dal desiderio di dare una mano a quella gente, chiamarono il CRIC (Centro Regionale d’Intervento per la Cooperazione) di Reggio Calabria perché li aiutasse a sviluppare un progetto di integrazione...
 
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