Introduzione.

Philip Willan
Presidente dell’Associazione stampa estera in Italia

Daniele Verga
Ambasciatore a.r., presidente dell’Unione dei Consoli Onorari in Italia (UCOI)


 

Trascrizione delle relazioni presentate al convegno/tavola rotonda del 5 dicembre 2017
Le nuove misure di attrazione degli investimenti esteri in Italia: strategie, normativa, procedure e punti di vista.
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Philip Willan

Io sono uno straniero che vive da molti anni in Italia. Essendo poi giornalista, mi occupo degli aspetti problematici della vita. Qui noto cose che spesso danno un’immagine dell’Italia all’estero che non è positiva e che incide poi nel mondo degli affari. Questa mattina, per esempio, sono venuto a piedi qui, alla sede della Stampa estera, e mi sono fermato in un bar per la prima colazione… che è stata eccellente. Mi ricordo che questo bar ha iniziato prima come pasticceria e per molto tempo non poteva offrire il caffè perché non avevano la licenza; poi c’è stata una fase in cui c’era una piccola macchina tipo moka e servivano il caffè in tazze di plastica perché non avevano la licenza bar; poi, dopo mesi, finalmente è diventato bar-pasticceria a tutti gli effetti. Questa lentezza, questa difficoltà nell’arrivare allo scopo che loro si erano prefissati mi sembrava un po’ tipica dell’Italia e dell’amministrazione italiana.

Mi ricordo anche che qualche anno fa si parlava all’Ambasciata britannica delle difficoltà che aveva BP nel fare un grosso investimento in Puglia per un impianto per la lavorazione del gas (era British Gas, scusate). Era un grosso investimento per l’Italia e loro erano convinti che dovevano essere i benvenuti lì e non capivano per quale motivo era così difficile avere le autorizzazioni per fare questo investimento. Io, un po’ scherzando, ho suggerito all’ambasciatore, che in quel momento era relativamente nuovo, che forse mancava la tangente. Guarda caso, dopo un bel po’ di tempo alcuni funzionari italiani della società sono stati arrestati. Dunque, questo è un po’ la realtà del clima, del mondo economico. Però – e anche questo poi passa per i giornali ed arriva all’estero – c’è anche un’altra Italia che tutti conosciamo, un Paese con possibilità infinite, una cultura straordinaria, una bellezza straordinaria e anche delle persone piene di idee, di creatività.

Noi qui alla Stampa estera abbiamo inaugurato recentemente una serie di incontri che chiamiamo “Garage Digitalia” e invitiamo giovani che stanno creando start up nel settore digitale e vengono qui con delle idee straordinarie nel campo dei trasporti, della medicina ecc. L’altra sera abbiamo avuto la moda. C’è questa parte della società italiana in ebollizione, piena di idee e di voglia di iniziativa ed è quello che secondo me bisogna riuscire a fare: combinare questi talenti, queste energie, con una amministrazione pubblica che dia loro la possibilità di fare al meglio.

Quando tutti i pezzi si troveranno al posto giusto, penso che l’Italia sarà imbattibile. Però, c’è ancora un po’ di percorso da fare prima di arrivare a quel punto e forse i colleghi che parleranno dopo di me ci aiuteranno a capire come arrivarci.


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Daniele Verga

Buongiorno a tutti, saluto e ringrazio il dottor Miele. Porto il saluto dell’Unione dei consoli onorari in Italia, e l’invito rivolto all’UCOI a partecipare a questo interessante convegno è un riconoscimento del rilievo e del ruolo del console onorario, una figura spesso misconosciuta dall’opinione pubblica e non adeguatamente valorizzata dagli stessi consoli onorari.

Vorrei ricordare a proposito delle funzioni consolari, definite dall’articolo 5 della Convenzione di Vienna del 24 aprile 1963, che la Convenzione non fa distinzione tra consoli di carriera e consoli onorari. Dell’articolo 5, si ricorda sempre il comma a) che leggo: «proteggere nello Stato di residenza gli interessi dello Stato di invio ed i suoi cittadini, siano questi persone fisiche, oppure giuridiche, nei limiti ammessi dal diritto internazionale»; si pone meno l’accento sul successivo comma b), che recita, «favorire lo sviluppo di relazioni commerciali, economiche, culturali e scientifiche tra lo Stato di invio e lo Stato di residenza e promuovere in qualsiasi altra maniera relazioni amichevoli fra gli stessi nell’ambito delle disposizioni della presente convenzione».

Quindi sono funzioni importanti che sono affidate a persone professionalmente autorevoli, selezionate accuratamente, proposte dallo Stato di invio e riconosciute dal Ministero degli esteri. Si tratta in gran parte di persone ben inserite nel tessuto produttivo e sociale della circoscrizione consolare di competenza e che collaborano con l’ambasciatore e l’ambasciata dello Stato di invio per promuovere sempre più strette e proficue relazioni con l’Italia. Funzioni chiaramente che sono anche lasciate al dinamismo, allo spirito di iniziativa, all’inventiva dei consoli onorari.

Nei suoi quarant’anni di vita l’UCOI si è adoperata con impegno, e vorrei dire anche con successo, nel dare sempre maggiore autorevolezza, visibilità e riconoscimenti alla figura del console onorario. Nell’Assemblea celebrativa del quarantennale nel maggio scorso a Firenze e nel convegno che si è tenuto lo scorso ottobre, nella sede della Camera di commercio di Roma, in occasione dell’ottava edizione del Festival della Diplomazia, si è parlato proprio del ruolo dei consoli onorari per la promozione delle relazioni economico-commerciali e culturali. Convegno, quindi, che ben si inseriva propedeuticamente nella tematica specifica del convegno odierno, perché in Italia – e forse anche questo è un dato che a volte non tutti conoscono – operano circa 600 consoli onorari e sono distribuiti, direi in maniera omogenea, in tutto il territorio. Per esempio, sono 34 i consoli onorari in Emilia Romagna, ben 74 in Toscana, con 55 solo a Firenze; 58 sono in Lombardia con 51 a Milano; 60 in Campania, di cui 58 a Napoli ed 1 ad Anacapri; 40 in Puglia; 24 Sardegna; 60 in Sicilia.

Si tratta dunque di una vasta rete diffusa sul territorio nazionale, ma anche nei paesi esteri, perché altrettanti sono i consoli onorari italiani nel mondo. Anche loro, diverse centinaia, formano una vasta rete di conoscenze, di esperienze, di competenze, di opportunità, di professionalità, di potenzialità, da utilizzare e da valorizzare sia da parte delle autorità del mondo imprenditoriale nazionale, nella fattispecie italiana, sia dalle rispettive ambasciate nel campo delle relazioni economiche, commerciali, finanziarie e culturali nell’ottica di una effettiva strategia di sistema paese.

E i consoli onorari possono essere, se utilmente coinvolti, un utile e necessario strumento di diffusione anche delle nuove misure di attrazione degli investimenti esteri in Italia, che poi è il tema di questo convegno. Quindi, con questo spirito e con questo auspicio di un sempre maggiore coinvolgimento della rete dei consoli onorari in Italia in quelle che sono tutte le attività produttive, io auguro pieno successo ai lavori di questo convegno.