I limiti alla mobilità per motivi di lavoro nei Paesi dell’Ue del familiare extracomunitario del cittadino italiano titolare del diritto di soggiorno permanente.
Raffaele Miele
Con sentenza del 30 marzo 2006 nel procedimento C-10/05, avente ad oggetto la domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dalla Court administrative (Lussemburgo) nella causa C.M. e H.C. – Ministre du Travail et de l’Emploi, la Prima Sezione della Corte di Giustizia ha stabilito che il diritto di un cittadino di uno Stato terzo, coniugato con un cittadino comunitario, di accedere al mercato del lavoro di uno Stato membro, dipende dai diritti di cui tale cittadino comunitario beneficia ai sensi dell’art. 39 CE, e in particolare dalla sua qualità di lavoratore. Di conseguenza, tale diritto derivato può essere fatto valere solo nello Stato membro in cui il coniuge comunitario esercita un’attività lavorativa e non in altri Stati membri.
Il caso riguardava il coniuge extracomunitario di una cittadina lussemburghese al quale le autorità del Lussemburgo avevano rifiutato le autorizzazioni al lavoro.
Il diniego veniva impugnato ed il Giudice amministrativo...
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