Rapporto dell’ECRI sull’Italia: le accuse di razzismo e di intolleranza nei confronti di rom e migranti da parte delle Forze dell’ordine.

Consiglio d’Europa - Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza
22 ottobre 2024


 

“Nell’ambito dei suoi compiti statutari, l’ECRI svolge un’attività di monitoraggio “paese per paese’’, tramite la quale analizza la situazione in ciascuno degli Stati membri in materia di razzismo e intolleranza per poi formulare suggerimenti e proposte su come affrontare i problemi individuati”.

Tra i rilievi e le conseguenti raccomandazioni spiccano le accuse di razzismo e intolleranza nei confronti di rom e migranti da parte delle Forze dell’ordine, con particolare riferimento ai Commissariati della Polizia di Stato. I media hanno dato ampio spazio alla notizia e alle reazioni indignate delle Istituzioni, a partire da quelle del Presidente della Repubblica.

Per puntualità d’informazione si evidenziano di seguito i cinque paragrafi (da 91 a 95) dedicati a “Razzismo e intolleranza all'interno delle forze dell'ordine” con la relativa raccomandazione n. 15; si rimanda al Rapporto l’approfondimento di tutti i restanti rilievi, con particolare riferimento al paragrafo 73 “Permessi di soggiorno e documenti di identità per i beneficiari di protezione internazionale” e ai paragrafi, 75 e 76 “Naturalizzazione”.

“91. Durante la sua visita in Italia, la delegazione dell'ECRI è venuta a conoscenza di molte testimonianze sulla profilazione razziale da parte delle forze dell'ordine in particolare verso la comunità Rom e le persone di origine africana. Queste testimonianze di frequenti fermi e controlli basati sull'origine etnica sono confermate anche dai rapporti delle organizzazioni della società civile e di altri organismi di monitoraggio internazionali specializzati. Tuttavia, le autorità non raccolgono dati adeguatamente disaggregati sulle attività di fermo e di controllo della polizia, né sembrano essere consapevoli dell’entità del problema, e non considerano la profilazione razziale come una forma di potenziale razzismo istituzionale. La profilazione razziale ha effetti notevolmente negativi, in quanto genera un senso di umiliazione ed ingiustizia per i gruppi coinvolti provocando stigmatizzazione e alienazione. È inoltre dannosa per la sicurezza generale in quanto diminuisce la fiducia nella polizia e contribuisce a non denunciare reati.

92. L'ECRI ritiene pertanto che le autorità debbano sottoporre le pratiche di fermo e di controllo/perquisizione della polizia ad un esame indipendente. Tale esame dovrebbe essere condotto con la partecipazione attiva delle organizzazioni della società civile pertinenti e dei rappresentanti dei gruppi potenzialmente esposti alle pratiche di profilazione razziale. Tali esami dovrebbero essere utilizzati per sensibilizzare i funzionari delle forze dell'ordine sulle pratiche che possano potenzialmente condurre alla profilazione razziale con effetti nocivi sulla fiducia dei cittadini nella polizia nonché per identificare modelli indicativi di razzismo istituzionale all'interno delle forze dell'ordine, in particolare nei confronti dei Rom e delle persone di colore / di origine africana.

93. L'ECRI raccomanda, in via prioritaria, che le autorità commissionino prontamente uno studio completo e indipendente con l'obiettivo di individuare e affrontare qualsiasi pratica di profilazione razziale da parte delle forze dell'ordine che riguardi in particolare i Rom e le persone di origine africana, alla luce della Raccomandazione di Politica Generale dell'ECRI n. 11 sulla lotta al razzismo e alla discriminazione razziale nell’ambito delle attività di polizia e della Raccomandazione Generale n. 36 del Comitato delle Nazioni Unite sull'eliminazione della discriminazione razziale in materia di profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine

94. Inoltre, l'ECRI osserva che la fiducia da parte dei gruppi di interesse è significativamente minata anche da una serie di accuse di cattiva condotta della polizia nei confronti di persone appartenenti a minoranze etniche. Ad esempio, in uno studio condotto nel 2022 tra persone con esperienza di migrazione, in cui è stato chiesto agli intervistati in quale tipo di ufficio pubblico avessero subìto la maggior parte delle discriminazioni, i commissariati di polizia sono stati la risposta più comune (con il 45,8% degli intervistati che hanno subito discriminazioni). I migranti hanno riferito, ad esempio, il rifiuto dell’accettazione delle loro richieste di asilo senza un motivo, di avere subito la distruzione dei loro documenti, di aver subito abusi verbali durante le procedure negli uffici immigrazione dei commissariati di polizia e, in alcuni casi, di aver subito violenze da parte degli agenti di polizia. L'ECRI ha anche ricevuto segnalazioni di vari tipi di abusi da parte della polizia nei confronti dei Rom, compresi i bambini Rom, con insulti e violenze, anche durante le operazioni di polizia nei loro insediamenti.

95. In questo contesto, l'ECRI si rammarica del fatto che negli ultimi anni poco o niente sia stato fatto per garantire una maggiore responsabilità nei casi di abusi razzisti o LGBTI-fobici commessi da agenti della Polizia di Stato, Carabinieri e altri agenti delle forze dell’ordine. L'ECRI invita le autorità ad istituire un gruppo di lavoro che coinvolga l'UNAR, i funzionari pubblici dei servizi e delle istituzioni competenti, i pubblici ministeri ed i rappresentanti della società civile al fine di esaminare i modi e i mezzi per sviluppare meccanismi di responsabilità effettivi nei casi di abusi di polizia a sfondo razzista e LGBTI-fobici, anche attraverso l'istituzione di un organismo indipendente di supervisione della polizia”.