In tema di traduzione degli atti ex art. 143 c.p.p., come modificato dal d.lgs. n. 32 del 2014, l’imputato che abbia reso spontanee dichiarazioni in lingua italiana, o che comunque non abbia manifestato nel corso del processo di non comprendere la lingua italiana, non può successivamente invocare il diritto all’assistenza dell’interprete. Esso non discende automaticamente dallo status di...
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