18/9/2017 - Italiana - Civile - Cassazione
I lavoratori extracomunitari sono equiparati ai cittadini italiani sotto il profilo della tutela dei diritti del lavoro e delle prestazioni assicurative sociali in forza del principio generale sancito dall’art. 2, del t.u. approvato con d.lgs. 25 luglio 1998, secondo cui “lo straniero regolarmente soggiornante nel territorio dello stato gode dei diritti in materia civile attribuiti al cittadino italiano”, salvo che le convenzioni internazionali o lo stesso testo unico non dispongano diversamente.Quanto sopra premesso, nessuna previsione normativa prevede la decurtazione del diritto al t...
Corte di cassazione, sez. lavoro, ord. 18 settembre 2017, n. 21564
10/7/2017 - Italiana - Civile - Cassazione
L’art. 45, comma 3°, r.d.l. n. 1827/1935, cit., nel disporre che “l’assicurazione per la disoccupazione involontaria ha per scopo l’assegnazione agli assicurati di indennità nei casi di disoccupazione involontaria per mancanza di lavoro”, si riferisce logicamente ad un periodo di mancanza involontaria di lavoro che sia stato trascorso nel territorio nazionale. Ma non è meno vero che l’art. 34, comma 2°, d.p.r. n. 818/1957, ancora la fruizione del beneficio semplicemente alla circostanza che l’assicurato sottostia “alle norme per il controllo della disoccupazione” e che l...
Corte di cassazione, sez. lavoro, 10 luglio 2017, n. 16997
4/7/2017 - Italiana - Amministrativo - TAR
L’art. 3 del regolamento di attuazione (d.m. Interno n. 233 del 2.1.1996) della l. n. 563 del 1995 prevede che le prefetture, al fine di fronteggiare situazioni di emergenza connesse al verificarsi di sbarchi di immigrati irregolari, possono disporre interventi di prima assistenza in favore degli stessi da realizzarsi anche con soggetti pubblici o privati individuando le strutture con le caratteristiche ricettive ritenute idonee in base alle esigenze.È riservata alla competenza del Ministero dell’interno - Prefettura l’individuazione delle strutture da adibire all’accoglienza degli im...
TAR Lazio Latina, sez. I, 4 luglio 2017, n. 370
24/6/2017 - Italiana - Civile - Merito
La norma di cui all’art. 12, paragrafo 1, della direttiva 2011/98/UE, laddove prevede che i lavoratori di cui al paragrafo 1 lett. b) e c) “beneficiano dello stesso trattamento” riservato ai cittadini dello Stato membro in cui soggiornano, appare all’evidenza chiara ed incondizionata, risultando pertanto dotata di efficacia diretta e di portata autoesecutiva nell’ordinamento nazionale.
Per il suo chiaro tenore letterale, d’altra parte, l’art. 74 d.lgs. 26 marzo 2001 n. 151 non si presta ad un’interpretazione conforme alla norma sovranazionale.
Al fine dunque di garantire ...
Tribunale di Milano, sez. lavoro, ord. 24 giugno 2017
21/6/2017 - Europea - Diritto dell'Unione europea - Corte di Giustizia dell'Unione Europea
L’articolo 12 della direttiva 2011/98/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 dicembre 2011, relativa a una procedura unica di domanda per il rilascio di un permesso unico che consente ai cittadini di paesi terzi di soggiornare e lavorare nel territorio di uno Stato membro e a un insieme comune di diritti per i lavoratori di paesi terzi che soggiornano regolarmente in uno Stato membro, deve essere interpretato nel senso che esso osta a una normativa nazionale in base alla quale il cittadino di un paese terzo, titolare di un permesso unico ai sensi dell’articolo 2, lettera c), di ...
Corte di giustizia dell’Unione europea, sez. VII, 21 giugno 2017, n. C 449/16
11/5/2017 - Italiana - Civile - Merito
Prevedendo l’art. 20, comma 10, d.l. n. 112/2008, convertito con modifiche in legge n. 133/2008, la corresponsione dell’assegno sociale di cui all’articolo 3, comma 6, della legge 8 agosto 1995, n. 335, a condizione che l’interessato abbia soggiornato in Italia legalmente, in via continuativa, per almeno dieci anni, tale requisito (richiesto anche agli stessi italiani dalla normativa del 2008) è venuto a superare l’esigenza del possesso da parte dello straniero della carta di soggiorno di lungo periodo per i cittadini extracomunitari.Tale interpretazione risulta l’unica conforme a...
Corte d’appello di Firenze, sez. lavoro, 11 maggio 2017
7/3/2017 - Italiana - Costituzionale - Corte costituzionale
Sono manifestamente inammissibili le questioni di legittimità costituzionale dell’art. 74 del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151 (Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, a norma dell’articolo 15 della legge 8 marzo 2000, n. 53), in riferimento agli artt. 2, 3, 10, 31, 38 e 117, primo comma, della Costituzione, quest’ultimo in relazione agli artt. 14 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, firmata a Roma il 4 novembre 1950, ratificata e resa esecutiva con le...
Corte costituzionale, ord. 7 marzo 2017, n. 95
17/2/2017 - Italiana - Civile - Merito
Poiché l’art. 19, comma 7, del d.lgs. n. 150/2015 stabilisce che “... le norme nazionali o regionali ed i regolamenti comunali che condizionano prestazioni di carattere sociale allo stato di disoccupazione si intendono riferite alla condizione di non occupazione”, con la conseguenza che ciò che rileva è lo stato di non occupazione, e non più la circostanza che l’interessato abbia in precedenza svolto attività lavorativa, la titolare dello status di rifugiata che sia inoccupata ha diritto all’esenzione del pagamento del ticket sanitario prevista per i soggetti privi di occupazio...
Tribunale di Roma, sez. I lavoro, 12 febbraio 2017, n. 33627
17/2/2017 - Italiana - Civile - Merito
L’art. 19, comma 7, del d.lgs. n. 150/2015 stabilisce che “le norme nazionali o regionali ed i regolamenti comunali che condizionano prestazioni di carattere sociale allo stato di disoccupazione si intendono riferite alla condizione di non occupazione”. Ciò che rileva, pertanto, è lo stato di non occupazione, non rilevando più invece la circostanza che l’interessato abbia in precedenza svolto attività lavorativa.(Nel caso di specie, l’interessata si era vista rigettare la domanda per l’esenzione dalla quota di partecipazione alla spesa sanitaria (c.d. ticket) poiché la Asl ave...
Tribunale di Roma, sez. I lavoro, 17 febbraio 2017, n. 1558/2017
20/1/2017 - Italiana - Civile - Merito
Sussiste il diritto a godere del congedo di maternità ex art. 26 d.lgs. 151/2001, u.c. (che prevede che nel caso di affidamento di minore il congedo possa essere fruito entro cinque mesi dall’affidamento per un periodo massimo di tre mesi) dell’affidatario per Kafala. La Kafala è il tipico atto di affidamento di diritto islamico ed è efficace nel nostro ordinamento ai sensi dell’art. 65 l. 218/1995 a norma del quale “hanno effetto in Italia i provvedimenti stranieri relativi alla capacità delle persone nonché all’esistenza di rapporti familiari o di diritto della personalità qu...
Tribunale di Bergamo, sez. lavoro, 20 gennaio 2017