Le statistiche dell’Istat sulla povertà. Anno 2018.

Istat
Statistiche report
18 giugno 2019


 

- Estratto -

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Si confermano le maggiori difficoltà per gli stranieri

Gli individui stranieri in povertà assoluta sono oltre un milione e 500mila, con una incidenza pari al 30,3% (tra gli italiani è il 6,4%).

Le famiglie in povertà assoluta sono composte nel 68,9% dei casi da famiglie di soli italiani (1 milione e 250mila) e per il restante 31,1% da famiglie con stranieri (567mila) mentre le famiglie di soli italiani rappresentano il 91,3% delle famiglie nel loro complesso contro l’8,7% delle famiglie con stranieri.

L’incidenza di povertà assoluta è pari al 25,1% per le famiglie con almeno uno straniero (27,8% per le famiglie composte esclusivamente da stranieri) e al 5,3% per le famiglie di soli italiani. La criticità per le famiglie con stranieri è maggiormente sentita nei comuni centro di area metropolitana, dove l’incidenza arriva al 26,2% (28,8% per le famiglie di soli stranieri).

Fra le ripartizioni, l’incidenza più elevata si registra nel Mezzogiorno, con quote di famiglie con stranieri in povertà circa quattro volte superiori a quelle delle famiglie di soli italiani (rispettivamente 32,3% e 8,9%). Le famiglie in povertà con stranieri dove sono presenti minori presentano valori pari al 29,8% (oltre 300 mila), quelle di soli stranieri il 31,0%, valore quattro volte superiore a quello delle famiglie di soli italiani con minori (7,7%). Nel Mezzogiorno la stessa incidenza sale al 40,5% per le famiglie con stranieri dove sono presenti minori, contro il 12,4% delle famiglie di soli italiani. È in povertà assoluta oltre la metà delle famiglie di soli stranieri in cui la persona di riferimento è in cerca di occupazione (51,5%, per un totale di oltre 66mila famiglie); se la persona di riferimento è occupata, la condizione di povertà raggiunge comunque una famiglia ogni quattro (25,5%).

Fig. 3



In affitto quasi la metà delle famiglie povere

L’incidenza di povertà assoluta in Italia è molto differenziata a seconda del titolo di godimento dell’abitazione in cui si vive, con una situazione particolarmente critica per chi vive in affitto.

Le circa 850mila famiglie povere in affitto rappresentano quasi la metà (46,6%) di tutte le famiglie povere, a fronte di una quota di famiglie in affitto del 18,7% sul totale delle famiglie residenti.

Le famiglie affittuarie del Mezzogiorno sono in povertà assoluta nel 22,3% dei casi a fronte del 15,9% del Nord e del 14,9% del Centro. Tuttavia, tra le famiglie povere del Centro e del Nord quelle affittuarie sono più della metà del totale mentre nel Mezzogiorno sono il 37,8% (anche a causa di una minore presenza di affittuari tra le famiglie residenti).

Va tenuto presente che il titolo di godimento dell’abitazione è fortemente legato all’età della persona di riferimento, così come alla cittadinanza dei componenti. Infatti, le famiglie con persona di riferimento giovane (frequentemente con minori al loro interno) e quelle con stranieri scontano sia una minore capacità reddituale, sia una minore probabilità di avere accumulato risparmi o aver avuto accesso a beni ereditari, e quindi più frequentemente vivono in affitto. La quota di affittuari nella popolazione nel complesso scende al crescere dell’età della persona di riferimento (dal 40,6% se è under 35 anni al 10,3% se invece ha 65 anni e più) e contestualmente aumenta la quota di proprietari (dal 42,9% all’82,3%). Inoltre, il 66,0% delle famiglie con stranieri vive in affitto e il 23,5% in casa di proprietà contro, rispettivamente, il 14,2% e il 76,5% delle famiglie di soli italiani.

Tra le famiglie con minori, l’incidenza della povertà assoluta è pari al 26,5% tra quelle in affitto, al 5,0% tra quelle proprietarie e al 15,4% tra le famiglie usufruttuarie o che hanno l’abitazione in uso gratuito.

L’affitto medio per le famiglie in povertà assoluta è pari a 307 euro mensili, oltre 100 euro meno dei 418 euro pagati dalle famiglie non in condizione di povertà. Tuttavia, poiché la spesa media mensile complessiva delle prime è molto più bassa di quella delle seconde (865 euro contro 2.065), la voce per l’affitto pesa per il 35,5% sul totale delle spese familiari quando si è poveri (37,5% sia nel Centro sia nel Nord, 31,5% nel Mezzogiorno) e il 20,3% quando non si è poveri.

Tra le famiglie che vivono in casa di proprietà, paga un mutuo il 16,1% di quelle in povertà assoluta rispetto al 19,4% delle famiglie non povere. Dal punto di vista economico e contabile, questa voce di bilancio è un investimento, e non rientra quindi nella spesa per consumi. Tuttavia, per le famiglie che la sostengono rappresenta un’uscita rilevante, e ciò può essere particolarmente gravoso per quelle che scendono sotto la soglia di povertà anche a causa di questo esborso che non può essere dedicato a spese per consumi. La rata media effettiva per le famiglie che pagano un mutuo è di 452 euro mensili per quelle povere e di 569 euro per le non povere.

Fig. 4


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