Camera. Il sottosegretario al lavoro risponde all’interpellanza n. 2–01071: iniziative volte a contrastare il fenomeno del cosiddetto caporalato nell’attività di raccolta dell’uva.

20 settembre 2016


 
GIANNI MELILLA. Grazie, signor Presidente. Un anno fa ho rivolto questa interpellanza al Ministro del lavoro perché eravamo in presenza di un fenomeno che purtroppo si ripete da molti anni a questa parte, che vede impiegati lavoratori immigrati nei campi italiani per la raccolta dell'uva e questi lavoratori sono vittime del cosiddetto «caporalato». In Piemonte arrivano circa un migliaio di migranti; in tutta Italia si stima che siano oltre 20 mila. I ritmi di lavoro a cui sono sottoposti questi lavoratori sono forsennati: si lavora per dodici ore al giorno, dalle 7 alle 19, perché quando l'uva è matura non si può aspettare. Si è calcolato che nella sola zona di Canelli, la patria dell'Asti spumante, del moscato d'Asti, con oltre 100 milioni di bottiglie in commercio ogni anno, e nei vigneti circostanti si stima, appunto, che durante la vendemmia arrivino centinaia e centinaia di lavoratori immigrati. Prima venivano dalla Macedonia, ora soprattutto vengono dalla Bulgaria. Una...
 
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