Lo Stato e l’Islam italiano.

Pierluigi Consorti
Professore ordinario di diritto e religione, Università degli Studi di Pisa


 
La Costituzione prevede che i rapporti fra lo Stato e le confessioni religiose diverse dalla cattolica siano regolati da una legge sulla base di intesa. Si tratta di una prassi fondata sul parallelismo concordatario, che ha preso avvio solo nel 1984, anno in cui è stato stipulato sia il nuovo concordato sia la prima intesa (sottoscritta con la Tavola valdese). Il percorso successivo ha vissuto fasi alterne che hanno conclusivamente portato all’emanazione di diverse leggi sulla base di intese con molte confessioni religiose (1). Restano tuttavia esclusi i Testimoni di Geova (che hanno sottoscritto un’intesa mai approvata dal Parlamento) e l’Islam. Le ragioni di questa esclusione sono sostanzialmente politiche, anche se nei confronti dell’Islam si portano alcuni argomenti tecnici di scarso spessore, primo fra tutti la mancanza di una rappresentanza confessionale unitaria. L’articolazione della religione islamica in diverse famiglie religiose non dovrebbe però costituire un...
 
(…)
 
Segue nello spazio riservato agli abbonati
 
 
Contenuto completo visibile previo abbonamento
Se sei già abbonato a Immigrazione.it accedi al portale con le tue credenziali per proseguire.